Ka'm:εo
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Non è facile spiegare o raccontare la nascita di un nuovo progetto, e Kameo non fa certo eccezione. Sono partita dall’idea del ritratto, e questo comporta in primis la scelta di soggetti da ritrarre. Mi sono concentrata su persone legate alla mia città, Salerno. Persone che con il loro lavoro abbiano raggiunto dei risultati in un qualche modo degni di nota, ma non solo o non necessariamente dei personaggi pubblici.
Tra loro c’è chi, partendo da Salerno, ha poi trovato il suo percorso professionale fuori, anche all’estero, e chi invece è rimasto. In campi molto diversi: il giornalismo, la danza, la cultura, la musica, la scienza, il design, la medicina. Non è però una “hall of fame”: la mia scelta è stata molto personale, anche e certamente legata ai miei percorsi di conoscenza, e con l’esplicita esclusione di alcune categorie, come i politici, e gli stessi artisti: per evitare di scivolare nella piaggeria, nel primo caso, o per una eccessiva vicinanza alla categoria, nel secondo.
La scelta ritrattistica è caduta sul profilo. Termine oggi quasi abusato, e che rimanda subito ai social, con il significato di una sintesi dei dati e delle caratteristiche descrittive di una persona, e che possono anche rivelarsi dei falsi, dei “fake”: il contrario della verità, quindi. Mentre l’ambizione di ogni ritrattista è quella di scavare l’anima del soggetto ritratto, di disvelarla con il suo lavoro. Ambizione in questo caso messa subito da parte. Il profilo, infatti, in questa serie di ritratti è soltanto ritagliato, con il laser. Dietro, in un box 45x60 in plexiglas che li racchiude, una stampa calcografica in un colore scelto dal personaggio ritratto, e che rappresenta una “corteccia”. Qualcosa, quindi, che costituisce un confine, una barriera tra l’interno e l’esterno, tra l’anima del personaggio e quello che traspare a chi guarda. Anche a significare la difficoltà di andare a fondo in questa ricerca di “verità”.... (apri il pdf)
(Francesca Poto)

...L'immagine non è consonante della scrittura, lo percepiamo con maggiore chiarezza dal ciclo di opere che Francesca ha realizzato in questi ultimi due anni, posto sotto il titolo [ka'm:εo] (kameo).
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La strada volgeva il suo crinale verso una tridimensionalità che in [ka'm:εo] l'artista realizza pienamente. Lo fa recupoerando il senso plastico, inteso nell'accezione di una forma che si afferma nello spazio grazie ai fasci della luce che la modella e la svela. La serie di ritratti, tutti di personaggi della storia salernitana di questi ultimi tre decenni, proposti di profilo di sagome incise e ritagliate a laser su piani di perplex bianco, trae ispirazione dal celebre dittico nel quale Piero della Francesca ritrae Federico da Montefeltro e la sua sposa Battista Sforza.
(Massimo Bignardi)

Il volto torna ad essere assente nella serie Kameo dove Francesca sceglie il profilo vuoto per omaggiare sedici figure salernitane a lei personalmente vicine. Dai cicli quattrocenteschi dedicati agli uomini illustri, Francesca recupera la volontà di eroicizzare i buoni esempi incastonandoli nell’eternità dell’opera d’arte. Contemporaneamente, preferisce non fornire dettagli, tranne uno: il colore scelto da ognuno come rappresentativo della propria personalità. Così l’artista capovolge l’ordine del ritratto che solitamente mostra la figura in un determinato momento, all’apice della gloria, con i tratti fisionomici di quell’età. Preferisce sottrarre la dimensione del tempo e rimuovere ogni tratto distintivo lasciando solo la sagoma e la corteccia. È solo alleggerendo la forma che può ritrovare l’essenza priva di ogni interpretazione, e semplicemente raccontata nelle biografie inscritte nei profili.
(Maria Apicella)

[Ka'm:εo]
Museo FRAC, Baronissi (SA)
28 ottobre - 3 dicembre 2017
Catalogo a cura di Massimo Bignardi



Angela Cacciatore, Puntasecca e fresette su PVC

Ciro Caravano, Puntasecca e fresette su PVC

Diego De Silva, Puntasecca e fresette su PVC espanso

Diego Granese, Puntasecca e fresette su PVC

Gianfranco Rizzo, Stucco e corda su PVC

Giustina Laurenzi, Puntasecca e fresette su PVC, collagraph

Massimo Bignardi, Puntasecca e fresette su PVC

Michele Di Stefano, Puntasecca e fresette su PVC espanso

Michele Santoro, Acquatinta su zinco

Nico Piro, Puntasecca e fresette su PVC

Padre Candido Gallo, Puntasecca e fresette su PVC

Paolo Apolito, Puntasecca e fresette su PVC

Peppe Dell'Acqua, Collagraph su PVC

Stefano Falivene, Collagraph e carborundum su PVC

Stefano Giuliano, Puntasecca su PVC espanso

Vincent A. Morrone, Acquatinta su zinco

Box in metacrilato opale con taglio laser
Misure box Ka'm:εo (cm): 60x45x5
Dimensioni delle matrici (mm) 350x500
Tutte le incisioni sono stampate su carta Hahnemuhle dall'artista
Anno 2016/17

Materiali

Invito
Manifesto
Catalogo
Testo di presentazione
16 profili per il 2016
Installazione - Foto
Video completo (MPG, 2.4 GB)
Slideshow (MP4, 49 MB)